Quando le prime a fare i gruppetti sono le mamme

Una mamma mi ha scritto che si trova in difficoltà perchè alcune mamme dei compagni di classe dell’asilo di suo figlio tendono a fare i gruppetti, ad avere preferenze e ad escludere alcune mamme, compresa lei.  Il bambino, così, va a casa sapendo che gli altri bambini escono insieme, si frequentano, vanno a mangiare fuori, vanno alle feste tutti insieme, mentre lui e altri suoi compagni non vengono mai messi al corrente del fatto che vengono organizzate queste cose.
Mi sono sentita di rispondere che, purtroppo, è sempre così, ovunque, in qualsiasi parchetto, giardino, asilo o scuola.

Perché diciamolo chiaramente, le mamme sono bravissime a dire ai propri figli di non escludere gli altri bambini, di non fare gruppetti e di giocare tutti insieme, ma quando tocca a loro? Sono davvero così brave e neutrali? Direi proprio di no! Anzi. Spesso i genitori sanno essere più prepotenti e pieni di pregiudizi di quanto possano esserlo i bambini, che in realtà sono molto più onesti, sinceri e amichevoli di quanto lo siano gli adulti.

I bambini quando sono in un parchetto o in un giardino, solitamente, giocano tutti insieme. Ci possono essere delle antipatie, certo, ma quando sono piccoli tendono a giocare un po’ con tutti. Crescendo e iniziando l’asilo le cose possono cambiare. Se arrivano in un luogo dove non conoscono nessuno, ma gli altri magari si conoscono già, tendono ad essere esclusi e, spesso e volentieri, fanno la stessa cosa quando sono loro a conoscere qualcuno.
Si tratta dei tipici “gruppetti” che tendono a crearsi più o meno automaticamente quando i bambini fanno amicizia e inziano a preferire la compagnia di alcuni bambini rispetto ad altri.
Non è una cosa bella, ma in quale mondo utopico succede che realmente tutti stanno con tutti, tutti hanno simpatia per tutti e nessuno esclude gli altri?

Le mamme, in queste situazioni, sono piuttosto brave nella gestione delle cose. Le frasi sono più o meno sempre le stesse. Dal “giocate tutti insieme” al “non fate gruppetti” a giudizi quali “antipatici” e chi più ne ha più ne metta. Ma in realtà, cosa fanno le mamme? Sono le prime a fare i cosidetti “gruppetti”.
Si perché le simpatie e le antipatie esistono realmente e perché non sempre si ha voglia di frequentarsi o di sentirsi obbligati a volersi bene solo perché se ne vogliono i bambini.
Così nascono quelle situazioni in cui i bambini tornano a casa e chiedono ai propri genitori perché i loro compagni sono stati insieme a quella festa o sono andati al mare insieme, o a mangiare una pizza fuori, senza invitare anche loro. E i genitori devono spiegare che magari lo hanno fatto perché si frequentano di più, si conoscono meglio, sono abituati o sono semplicemente più amici.
Ma perché bisogna spiegare a dei bambini che esistono vari livelli di amicizia, quando loro in classe vogliono bene a tutti senza distinzioni? Beh, bisogna farlo, perché difficilmente tutti coinvolgeranno tutti nelle cose che i bambini vorrebbero fare insieme.

Le mamme sono molto brave a rimproverare i propri figli dicendo loro di evitare di fare “gruppetti”, ma quando possono sono le prime a farlo. Forse, aprirsi di più verso gli altri e coinvolgere tutti, potrebbe essere un insegnamento migliore per i propri figli. L’esempio, come tutte sappiamo bene, è il miglior modo per insegnare qualcosa ai bambini.

Chiara

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