Storie di mamme: Giulia e il suo metodo per far calmare e addormentare i bebè

Oggi, per la rubrica Storie di mamme, ho il piacere di ospitare sul blog Giulia Lo Faro, creatrice del Canale Youtube Perfettamente DisOrganizzata e ideatrice di un metodo per far calmare e addormentare i bebè.

1 – Ciao Giulia, prima di tutto ti chiedo una descrizione per conoscerti meglio.

Sono una Mamma 37 enne di 2 bimbe: Matilda (3 anni e mezzo) e Sofia (1 anno e 4 mesi). Vivo e lavoro a Torino in un’agenzia pubblicitaria e precedentemente mi sono occupata di eventi internazionali in Italia e all’estero. Sono una donna estroversa e appassionata ma anche insicura e ansiosa. Qualche anno fa non avrei mai detto che mi sarebbe piaciuto avere dei figli…poi per fortuna sono arrivate loro!

2 – Cosa hai provato quando sei rimasta incinta per la prima volta? E per la seconda volta?

Ho scoperto di essere rimasta incinta la prima volta a 33 anni, mentre ero in vacanza in Sardegna (estate 2013…l’ultima volta che ho fatto una vera vacanza :-)), dal momento del test è stato come se tutto avesse cambiato colore, come se avessi indossato un paio di occhiali con le lenti “felicità” ed è stato così per tutta la gravidanza.
Quando Matilda aveva quasi un anno e mezzo abbiamo deciso di provare a cercare un secondo figlio ed è arrivata subito (anzi subitissimo) Sofia. Premetto che, forse essendo io figlia unica, non è stato scontato per me decidere di avere più di un figlio, non sapevo cosa potesse significare e cosa potessi aggiungere o togliere alla vita della mia primogenita. Avevo tante paure e tante insicurezze ma ci siamo lanciati; quando ho scoperto di essere incinta di Sofia il mio primo pensiero è stato: “oddio speriamo non siano gemelli!” e subito dopo “ok abbiamo voluto la bicicletta? Adesso si pedala”, o meglio tra nove mesi si pedalerà eccome se si pedalerà.

3 – Come hai vissuto le tue gravidanze?

Con Matilda mi sono sentita inspiegabilmente invulnerabile, all’ottavo mese ero ancora iperattiva da mettermi addirittura a rifoderare da sola una poltrona per la cameretta, con tanto di sparapunti! Da sempre insicura sul mio fisico, in gravidanza invece ho adorato potermi vestire senza dover pensare cose tipo “questo abito mi evidenzia la pancetta”. La panza l’ho messa in mostra da subito con orgoglio come il mio gioiello più prezioso, mi sono sentita per la prima volta bellissima. Sentirla muovere era inizialmente strano ma mi ha aiutato a capire che era li dentro davvero, una sensazione magica che ha il sapore di un miracolo. La prima volta che l’ho tenuta tra le braccia ho iniziato a piangere, non ci credevo di averla fatta io, proprio io, continuavo a guardarla e a commuovermi di gioia.

Con Sofia dopo la prima ecografia mi sono tranquillizzata un po’ vedendo che era una sola, ma ho vissuto parte della gravidanza (primo semestre) con molte più paure della precedente. Da quando ero diventata mamma per la prima volta ero entrata in contatto con tante altre mamme e aspiranti mamme, ho vissuto da vicino la perdita di figli e l’impossibilità di restare incinta di tante amiche così non mi sono più sentita invulnerabile e vivevo la gravidanza con un senso di apprensione per come sarebbe andata. Inoltre mi sono chiesta per tutto il tempo come avrei mai potuto amarla tanto quanto amavo la prima, mi sentivo in colpa per questi pensieri e allo stesso tempo mi affliggevo perché non mi capacitavo di come avrei fatto. È stata una gravidanza senza intoppi di salute ma psicologicamente più difficile, sentivo di aver bisogno di essere preparata e organizzata per far fronte alle difficoltà logistiche di avere 2 bimbe piccole. Mi sentivo sotto pressione e avevo bisogno di trovare modo di liberarmi dall’ansia: così ho deciso di fare decluttering e liberarmi del superfluo, dal guardaroba al resto degli oggetti di casa. Ho applicato il metodo del riordino di Marie Kondo e ho creato intorno a me una situazione di controllo sulle cose (perché sui pensieri era impossibile). Questo approccio mi ha aiutata ma non ha risolto le paure queste si sono spente da sole, per fortuna, solo dopo la nascita di Sofia. Quando me l’hanno portata in camera dopo il cesareo ho capito cosa significa che l’amore per i figli si moltiplica e non si divide, ho capito quanto era impossibile non amarla come la prima e che i miei timori non erano reali.

4 – Cosa significa per te essere mamma?

Essere mamma è responsabilità, amore incondizionato e (tanta) fatica compensata da (tanta) felicità.
Responsabilità perché, oltre ad avere delle vite che dipendono completamente da te per sopravvivere, la tua vita diventa l’esempio potenziale per la loro crescita, diventi il loro punto di riferimento (insieme al resto della famiglia) e non è un aspetto marginale.
Amore incondizionato e aggiungerei infinito. Non c’è niente di paragonabile.
(Tanta) fatica compensata da (tanta) felicità. È innegabile che sia estremamente faticoso, fisicamente e mentalmente, per carenza di sonno, per mancanza di libertà personale per tutte le cose che vanno fatte. Per fortuna i conti si pareggiano per l’appagamento e la felicità che si vive ogni giorno per le piccole cose, i sorrisi, gli abbracci, i “ti voglio bene” e vedendoli crescere davanti ai tuoi occhi.

5 – Cosa ami di più di questo ruolo?

Aver trovato un senso alla mia vita.

6 – Quali sono state le difficoltà maggiori?

Si dice figli piccoli problemi piccoli, figli grandi problemi grandi… Boh diciamo che per ora convivo con i primi e già mi sembrano parecchi! In generale trovo difficile trovare tutti i giorni l’energia per fare tutto e allo stesso tempo essere positiva e presente.
Certi giorni mi accorgo di tirare fuori il sorriso prima di entrare all’asilo per prenderle perché normalmente avrei la faccia crucciata per preoccupazioni varie, per fortuna i sorrisi stimolano l’ormone della felicità e così tutto va liscio.
In questi primi 3 anni e mezzo da mamma le difficoltà fisiche maggiori sono state nel primo anno di vita di Sofia perché è stata sempre malata (bronchiti e raffreddori continui) questo ha complicato le giornate e le notti (tutte). Ma c’è sempre la luce alla fine del tunnel e stanotte per la prima volta hanno dormito insieme nella loro cameretta per tutta la notte senza mai svegliarsi.
Dal punto di vista ‘psicologico’ invece trovo complicato riuscire a trovare l’approccio giusto per la gestione delle gelosie tra sorelle e per i famigerati capricci. Non credo ci sia una soluzione miracolosa ma ogni giorno imparo qualcosa per far fronte alle difficoltà successive.

7 – Quando hai deciso di aprire un canale youtube?

Mentre ero a casa in gravidanza per Sofia ho iniziato a vedere alcuni video su YouTube sull’organizzazione (non mi ero mai appassionata al mondo degli youtuber prima di allora) e mi è venuta voglia di provare a dire la mia. Avevo tempo a disposizione e soprattutto avevo voglia di mettermi in gioco e sperimentare le mie attitudini.

8 – Per quale motivo hai deciso di chiamarlo Perfettamente disOrganizzata?

Perché fin da ragazzina ho sempre lottato con il concetto di perfezione e il mio essere organizzata è imperfetto come lo sono io. Gli ossimori come il nome del mio canale mi danno la speranza che tutto è possibile: anche essere disorganizzate ma benissimo 🙂

9 – Quale è stato il tuo video di maggior successo?

Inaspettatamente quello sull’organizzazione della mia cucina…e pensare che io odio cucinare! Però mi piace avere tutto sistemato bene così magari prima o poi mi verrà voglia anche di usarla come si deve.

10 – Hai ideato un metodo per far calmare e addormentare i bebè. In cosa consiste?

È un metodo semplice, economico e soprattutto funziona! Consiste nell’usare la palla fitness per gli esercizi come seduta su cui appoggiarsi con il bebè in braccio per calmare colichette o anche solo per farlo addormentare dolcemente, scaricando il peso e non appesantendo la schiena e le gambe.
L’ho raccontato con un video sul mio canale YouTube, usando una bambola come tutorial, perché vorrei poterlo diffondere ad altre mamme.
Non è facile far fronte alla stanchezza dei primi mesi e mi interessa far conoscere questo metodo perché credo davvero che sia un ottimo alleato:
– nei risvegli notturni per non scorrazzare avanti e indietro con i pupi in braccio (ma anche di giorno)
– per instaurare una routine di nanna comoda e veloce
– per aiutare chi ha problemi di schiena o di gambe
Insomma ci sono tanti vantaggi e in più è un modo per avere in casa anche uno strumento per fare esercizi post parto e ritornare in forma.
Inoltre esistono anche tanti video in rete che spiegano come usare la palla per far fare esercizi ai bebè e quindi con un unico strumento da pochi euro si hanno veramente tanti vantaggi. Da provare!

11 – Quale messaggio vuoi lasciare?

Nessun messaggio specifico ma qualche consiglio utile per la gestione del quotidiano da donna e mamma “perfettamente disOrganizzata” 😉

 

Se anche voi desiderate raccontare la vostra storia di mamma e partecipare a questa rubrica potete scriveremi all’indirizzo info@puntoevirgolamamma.it

Chiara

Una risposta a “Storie di mamme: Giulia e il suo metodo per far calmare e addormentare i bebè”

  1. Leggere il nome della tua prima figlia mi ha fatto tornare in mente la bambina della mamma che era in stanza con me quando abbiamo partorito… Ricordi bellissimi…
    Grazie per tutti i tuoi consigli e grazie a Chiara

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