Storie di mamme: Chiara, mamma di due ragazzi plusdotati, si racconta

Per la rubrica Storie di Mamme, conosciamo insieme Chiara, mamma di due ragazzi plusdotati, che ci parla di sè, del suo modo di essere mamma. Chiara ha un blog, “Mamma plusdotata”, in cui ha deciso di parlare di questi ragazzi diversamente speciali, come lei stessa li ha definiti. Ora lascio la parola a lei, con questa splendida intervista.

Ciao Chiara, prima di tutto ti chiedo di presentarti brevemente, in modo da conoscerti meglio.

Mi chiamo Chiara, ho 40 anni e sono la mamma di due bambini, anzi ragazzi altrimenti rischio grosso, plusdotati, Ale di 12 anni ed Ele di 8. Lavoro come impiegata amministrativa, e seguo casa e figli come tutte noi. Ho sempre mille idee in testa e mille progetti la maggior parte dei quali naufraga dopo pochi giorni di vita, sono una persona testarda che ama la tranquillità, la lettura il cinema ma che non disdegna affatto un bel dvd, magari di cartoni animati in compagnia dei miei figli.

Cosa hai provato quando hai scoperto di essere incinta?

Per me è stato un percorso abbastanza sofferto, la mia prima gravidanza era extrauterina e ho dovuto sottopormi ad un intervento, e Ale è arrivato dopo molti tentativi e molta fatica, mi ricordo che avevo paura di fare il test perché avevo il terrore che anche la seconda sarebbe andata male; devo dire che non è stata una gravidanza facile, moltissime nausee fino al terzo mese con una minaccia e, al sesto mese, riposo assoluto ma alla fine lui è arrivato tra noi sconvolgendoci la vita.
Tra Ale ed Ele ho avuto un aborto spontaneo che mi ha segnata parecchio ma essendo un tipo molto testardo non mi sono fatta demoralizzare e abbiamo proseguito la ricerca, la gravidanza di Ele è stata favolosa, pochissime nausee, super attiva fino alla mattina del parto, insomma un altro mondo, e lei è arrivata prepotentemente in pochissimo tempo a chiudere un cerchio.

Chi sono i bambini plusdotati?

Per definizione un bambino, o un adulto, plusdotato ha un Q.I uguale o superiore a 130, la media delle persone ha un Q.I che si aggira sul 100. E’ un bambino che nasce con delle caratteristiche neurobiologiche che gli permettono di sviluppare il proprio potenziale in una maniera “diversa”. Ad esempio ha percezioni amplificate, sia che si tratti di percezioni sensoriali, come i suoni, sia che si tratti di emozioni. Il bambino plusdotato ha mille idee ed ha una fame di sapere e di conoscere insaziabile; ha una velocità di apprendimento notevole, infatti la maggior parte dei bambini plusdotati dopo la spiegazione di un nuovo argomento in classe vorrebbe andare oltre perché per lui è già appresa ha già capito tutto e vuole sapere altro.

Cosa significa essere la mamma di bambini plusdotati?

Risate a non finire, ovviamente parlo dei miei figli, hanno un senso dell’umorismo pazzesco e non manca giorno che non ci troviamo con le lacrime agli occhi per una battuta o un racconto scolastico condito da un po’ di sano humor.
Ammetto però che non è sempre stato così, adesso stiamo raccogliendo i frutti di un percorso di accettazione e di consapevolezza, quando abbiamo scoperto che Ale era plusdotato, per puro caso, siamo stati sbalzati in un mondo completamente nuovo che non conoscevamo, ci siamo fidati e affidati ad un’associazione che ci ha seguiti in questo percorso e abbiamo incontrato degli altri genitori con le nostre stesse paure, i nostri stessi dubbi e problemi e siamo cresciuti insieme a lui e, con nostro stupore, abbiamo trovato delle risposte a molti nostri comportamenti che tutti hanno sempre etichettato come strani. Per me e mio marito è stato far pace con noi stessi, come se avessimo preso il nostro io bambino e l’avessimo rassicurato dicendo, tu non sei sbagliato, sei speciale e da lì siamo ripartiti per aiutare Ale a non sentirsi diverso o isolato, perché è inutile negarlo il diverso fa paura e viene isolato e messo in un angolo.

Come descrivi i tuoi figli?

Per me è sempre difficile descrivere i miei figli perché sono uno l’opposto dell’altra e perché hanno talmente tante sfaccettature che con le parole non riesco mai a rendere l’idea di che fantastici caleidoscopi siano.
Ale è in fase preadolescenziale, e iniziamo a confrontarci e a scontrarci, per ora devo dire che abbiamo delle belle discussioni ma sempre costruttive, speriamo che duri; è un ragazzo con una mente matematica che quando trova pane per i suoi denti, e credetemi non è affatto facile, si illumina e cambia espressione del viso, ha una luce particolare negli occhi; è molto dolce e sensibile che finalmente, dopo alcuni anni di isolamento, ha trovato un gruppo classe molto unito e si sente parte di esso e questa accettazione ha illuminato la sua vita, adora le serate con gli amici, è un grande fan di Star Wars e X-Men, adora viaggiare e vorrebbe già andare all’estero da solo, ha sempre mille domande alle quali ammetto, non so più rispondere.
Ele è una tipetta solare e indipendente, lei si definisce una principessa ribelle, odia il rosa e ama alla follia gli animali, da grande vuole fare la veterinaria, anche lei adora farmi delle domande per vedere se mi coglie in fallo e la maggior parte delle volte ci riesce, adora leggere e inventare storie, è molto selettiva in fatto di amicizie ed è molto sensibile.

Quando e come hai capito che i tuoi figli sono plusdotati?

Per puro caso, quando Ale frequentava la prima elementare sono iniziati i primi problemi e gli insegnanti ci avevano chiamato dicendo che secondo loro era meglio indagare, si sospettava fosse dislessico, io avevo da poco conosciuto una psicopedagogista e l’ho contattata immediatamente, e devo dire che appena ha visto i quaderni di Ale ha detto che c’era effettivamente un grosso dubbio e che voleva valutare il bambino, ma prima di partire con le valutazioni del caso doveva sottoporlo al test del Q.I per capire dove si collocava; quando ci ha restituito la valutazione era senza parole, il Q.I. era superiore a 130 e lei non sapeva cosa dirci, purtroppo, ancora oggi, la plusdotazione è sconosciuta alla maggior parte dei pediatri, psicologi e neuropsichiatri infantili.
Così ho iniziato a cercare in rete un centro che potesse darci delle informazioni e che ci ha seguito anche per le certificazioni per disgrafia, perché Ale oltre ad essere plusdotato è anche disgrafico disprassico e con problemi visuo percettivi.
Ele è stata valutata prima dell’entrata alla primaria perché volevamo capire come porci nei confronti della scuola.

Ciò che ami di più dell’essere mamma?

Quando vanno a letto la sera ahahahah, no scherzi a parte; amo parlare con loro, sentire le loro idee, discutere, confrontarmi, vedere la situazione anche dal loro punto di vista, amo quando sono spalmati addosso mentre guardiamo un DVD tutti insieme, amo andare al cinema con loro e vederli ridere e sorridere, amo vederli illuminati da un argomento con la mente che viaggia e le domande che si accavallano nella testa, amo il loro modo non convenzionale di pensare, il loro mettere in discussione le situazioni che gli stanno strette e cercare una strategia per starci dentro.

Le difficoltà più grandi della tua vita da mamma?

La società e la scuola; questa ossessiva mania di etichette, di inscatolare e catalogare le persone, la non accettazione del diverso, del ragazzino che ama lo studio e che vuole approfondire in maniera non convenzionale solo perché è “piccolo”, la paura del sapere, il voler obbligare una persona a stare al suo posto pensando che il posto che loro reputano giusto per i miei figli sia migliore del posto che i miei figli si sono scelti in autonomia.
La poca considerazione dei bambini e dei loro desideri e richieste.

Come e perché hai deciso di diventare una blogger?

Devo dire che l’idea del blog è nata per puro caso insieme ad altre mille idee, come sempre, e volevo far conoscere a più mamme possibili questa realtà, questo mondo e così mi sono lanciata in questa esperienza

Come descrivi il tuo blog?

Oddio io nelle descrizioni sono sempre una frana, penso che il mio blog sia un blog di informazione e servizio, oltre che ad un blog personale, cerco di amalgamare, e non sempre mi riesce, la nostra vita e la nostra esperienza con il parere degli esperti e le iniziative che potrebbero interessare ai plusdotati nonché i libri per rispondere alle loro mille domande.

Quale messaggio vuoi lasciare?

Vorrei far sentire la voce dei miei figli e dei bambini come loro, vorrei che vengano riconosciuti e non temuti, vorrei che si smettesse di parlare di plusdotati come di bambini problematici perché non ci sono ricerche scientifiche che avvalorano queste affermazioni sono bambini e come tutti gli individui vogliono essere visti e rispettati per le loro unicità; vorrei aiutare i genitori che si sentono smarriti davanti ad una certificazione e vorrei aiutare i genitori a farsi venire il dubbio e indagare.

Potete trovare Chiara sul suo blog Mamma plusdotata e sulla sua pagina Facebook Mamma plusdotata.

 

Se anche voi desiderate raccontare la vostra storia di mamma e partecipare a questa rubrica potete scriveremi all’indirizzo info@puntoevirgolamamma.it

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