Le nostre favole: Un ladro nel bosco incantato

Una nuova favola scritta da me ed inventata da mia figlia Sofia. Una favola scritta a quattro mani, per condividere una passione grande tra mamma e figlia. Buona lettura!

 

C’era una volta una bellissima fata di nome Giulia.
Aveva i capelli gialli come i raggi del sole e gli occhi violetti, come i fiori della primavera.
Giulia volava sempre da un albero all’altro, in quel bellissimo bosco incantato.
Un giorno, mentre volava felice, incontrò un elfetto molto molto birichino, con un lungo cappello verde dove nascondeva tutto ciò che riusciva a rubare nel bosco.
Giulia non aveva capito che quell’elfetto era un ladro, almeno fino a quando il suo battito di ali fece volare via il suo cappello, pieno di erbe curative e di gioiellini creati dalle fate.
“Hey tu, chi sei?” chiese Giulia.
“Io sono l’elfo Teo, e tu chi sei?”
“Sono la fata Giulia, come mai hai tutte quelle cose nel cappello?”
“Perché io sono un ladro, e voglio rubare tutto ciò che voglio. Tanto tu non puoi fermarmi”
L’elfetto Teo inziò a correre veloce tra gli alberi e Giulia non riuscì proprio a stargli dietro, nonostante le sue ali. Era velocissimo ed era davvero impossibile raggiungerlo.
Per fortuna, però, Giulia era riuscita a recuperare qualche sacchettino di erbe, che avrebbe subito riportato alla Dottoressa Fata.
Dopo un lungo, ma velocissimo, volo, Giulia arrivò nello studio della dottoressa.
“Dottoressa, dottoressa, c’è un ladro nel nostro bosco, e ha rubato tantissime erbe”
“Calmati Giulia, fammi vedere”
Giulia diede tutte le erbe recuperate alla Dottoressa Fata, che le rimise in ordine, ognuna al suo posto.
“Chi è questo ladro?”
“Si chiama Elfo Teo e ha un cappello molto lungo, c’erano anche dei gioielli”
“Questo è proprio un attacco mirato al popolo delle fate, dobbiamo fermarlo!”
Le fate scesero sui prati e iniziarono a volare intorno agli alberi e vicino ai ruscelli, creando bellissimi effetti di colori.
Sembrava una magia, il fucsia si mischiava con l’azzurro e così tutti gli altri colori.
Volevano riportare a casa tutte le ebre utili e tutti i gioielli rubati, ma il loro scopo era anche un altro. Volevano parlare con l’elfo Teo, volevano stringere amicizia.
Stringere amicizia con un ladro? Sembra impossibile, ma le fate sono magiche e vogliono solo armonia, soprattutto all’interno del loro bosco incantato.
Tutte le creature di quel bosco dovevano andare d’accordo. Proprio tutte. Anche gli elfi dispettosi.
Ed era proprio questo che volevano le fate: un unico e magico legame tra le creature del bosco.
Gli unicorni, le fate, gli elfi, i folletti e tutti gli animali dovevano vivere in grande armonia, essere coraggiosi gli uni con gli altri, volersi bene e collaborare. La complicità è importante, e l’elfo Teo doveva capirlo.
Dopo tanto volare le fate erano molto stanche e non avevano ancora trovato quell’elfo birichino.
Ma non volevano arrendersi, così decisero di proseguire anche di notte, perché ne andava del loro splendido bosco.
La loro polvere magica illuminava le strade del bosco incantato e tutto sembrava ancora più bello. Gli animali erano tutti nelle loro tane, pronti per la nanna. I folletti cantavano canzoni e raccontavano fiabe.
Le fate, invece, erano alla ricerca dell’elfo Teo…. e lo trovarono addormentato sotto un funghetto!
“Eccolo, è lui! E quello è il suo cappello!” disse Giulia.
Fata Maman, la regina delle fate, iniziò a tossire, con il lungo cappello dell’elfo in mano.
Quel rumore fece sobbalzare Teo, che inaspettatamente si trovò circondato da tutte le fate del bosco.
“Cosa volete da me?”
“Rivogliamo tutto ciò che è nostro”
“Ormai è mio”
“No, queste sono cose importanti per noi. Ma se tu ce le chiedi noi siamo disposte a condividerle con te e con tutti gli altri elfi del bosco”
“Davvero?”
“Certo, l’importante è imparare che chiedendo gentilmente qualcosa la si può ottenere, invece rubandola si fa solo una cattiveria gratuita”
“Io non pensavo che voi poteste condividere queste cose con me”
“Perché non ce lo hai mai chiesto. Noi vogliamo unione e armonia nel nostro bosco, e non è certo rubando che si creano queste cose meravigliose”
Le fate sorridevano, nonostante Teo avesse cercato numerose volte di portar via loro ciò che avevano di più prezioso.
“Vieni con noi elfo Teo, e domattina faremo colazione insieme, così potrai presentarci gli altri elfi del tuo popolo”
“Mi state chiedendo di essere amici?”
“L’amicizia è importante, caro elfo, e noi vogliamo che tutto il bosco sia unito da questo profondo legame”
Fu così che Teo decise di non rubare più. Ora sapeva che se avesse mai avuto bisogno di qualcosa avrebbe potuto contare sulle sue amiche fate, come loro avrebbero potuto contare sempre su di lui, sia nei momenti felici che nei momenti tristi.
L’amicizia è questa, volersi bene e condividere a prescindere da tutto.

Chiara e Sofia

 

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4 risposte a “Le nostre favole: Un ladro nel bosco incantato”

  1. Complimenti per la bellissima storia!
    Perché non fate una raccolta di storie per bambini? Secondo me Piacerebbero ai bambini!

    1. E’ il nostro sogno, ma trovare un editore non è facilissimo e io come illustratrice sono pessima 😀

  2. MA CHE BRAVE!!!!! BELLISSIMO POST!! <3

    1. Grazie 😀

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